Rimango immobile dinanzi queste mura
Attendo il fato, il destino. Qui.
Come lame fiammeggianti scrutano l’orizzonte
Presenzieremo queste Torri.
Che al ciel guardano,
che il cammino bloccano
Noi servitori nella nostra terra, noi non diamo tregua
Tanti nomi ma una sola stella.
Oh Porta Collina
Le tue mura in rovina.
Gladio ed adrenalina
L’antico Calor fiume sacro
Ora bagna piede straniero
Nemici tra le nostre genti, nemici nelle nostre case, dentro i nostri Templi.
Non di lingua latina
Le nostre bocche si ungeranno
Del linguaggio degli Avi, antico osco
Unica tribù, stirpe pronta a tutto.
Il Gladio in su!
Oh Sanniti
Lottiamo!
Cuore romano, spezziamo
Oh Sanniti
Urliamo!
Nella grazia degli Dei moriremo.
“E guardo oltre, l’orizzonte infiamma il mio cuore,
il mio popolo ha riversato in me ogni sua speranza,
non si contanto le lame, Legio Linteata urla il suo ardore,
c’è chi prega, chi contempla, c’è chi freme nel prendere vita romana.
Non siamo fatti per essere piegati, meglio la morte, meglio la storia.”