Lui parlava di rivoluzione con le parole più belle
Noi eravamo stupiti nel sentirlo cantare
Con le parole più belle, con le parole migliori
I sentimenti che tutti noi sentivamo!
Lui parlava di verdi colline e di labbra melograno
E parlava di guerra come di fare l'amore
Come fosse lo stesso, quasi fosse migliore
E ci diceva di ammazzare i potenti!
E io proprio non ci credevo quando lo vidi in teatro
Agitare quell'arma e gridare alla platea:
«È dovere degli uomini liberi uccidere i tiranni!»
Tu non ci crederai, ma lo fece davvero
E sorrideva davvero quando venne schiacciato
Dalle guardie del corpo, da quei cani da guardia
Sotto il calcio dei mitra, sotto i loro scarponi!
Per vendicare il loro vecchio padrone
E gli spezzarono tutte le dita perché non scrivesse canzoni
E gli spezzarono i denti perché non potesse cantare!
Ma restavano gli occhi e li potevamo vedere
Lui li guardava e li lasciava stupiti
Quando arrivò il capitano si svuotò la platea
Ed io solo rimasi a fissarlo atterrito!
Lui freddamente gli sparò nella nuca
E per strada gridarono tutti: «Hanno ammazzato il poeta!»
«Hanno ammazzato, hanno ammazzato il poeta!»
«Hanno ammazzato, hanno ammazzato il poeta!»